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Castagne: tradizioni e cultura in Val di Vara

Il periodo della raccolta delle castagne, dalla metà di ottobre alla metà di novembre era un grande evento per le comunità della Val di Vara ed in certi piccoli borghi è ancora oggi una tradizione molto sentita. Intere famiglie si radunavano nei castagneti per raccogliere non solo i frutti ma anche le foglie, che venivano poi sistemate nelle capanne dai tetti di paglia per essere usate come lettiera nelle stalle durante l’inverno. Il castagno (Castanea Sativa) era definito spesso “albero del pane” e può essere considerato ancora oggi il simbolo della Val di Vara. Permise infatti lo sviluppo economico, sociale e culturale dell’intero territorio. Oggigiorno i boschi di castagno sembrano elementi naturali del nostro paesaggio, invece rappresentano l’opera di lavoro incessante e faticosa dell’uomo, che da secoli ha potuto trarre vantaggio dalla sua coltivazione.

Le castagne erano raccolte in autunno, consumate fresche (arrostite o bollite) oppure essiccate in apposite costruzioni, chiamate essiccatoi, dove venivano sistemate al livello superiore di un solaio (gradile). Al piano inferiore un focolare quasi sempre acceso per quattro o cinque settimane le essiccava, grazie al fumo caldo che saliva dal basso. Dopo essere state pulite si passava alla fase della molitura presso i centinaia di mulini ad acqua presenti in valle. Il prodotto finito era la farina, usata in grande quantità nell’alimentazione quotidiana della popolazione locale.

Un menu povero, tuttavia la fantasia locale riuscì a proporre gustose varianti a dolci e torte ancora presenti nella nostra tradizione gastronomica locale: gnocchi di farina dolci, pane di farina mista, castagnaccio, frittelle dolci con ricotta e mele….

Ecco una ricetta gustosa per le vostre serate autunnali:ricetta-castagnaccio

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